Sedazione cosciente ed il protossido di azoto: tutto quello che c’è da sapere

Fin da piccoli la visita dentistica rappresenta un momento stressante, per giovani, adulti e piccini. Seconda, probabilmente, soltanto all’uomo nero sotto al letto. Andare dal dentista è infatti sinonimo di stress e dolore, maledizioni lanciate contro i dolci mangiati un mese fa che ci hanno procurato quella fastidiosissima carie o contro la bevanda troppo fredda che ci ha sensibilizzato le gengive.

Per fortuna la medicina ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, sviluppando metodi sempre più efficaci e meno invasivi per rendere le sedute stressanti – come quelle odontoiatriche, appunto – meno fastidiose. Uno dei metodi più largamente utilizzati in tal proposito è la sedazione cosciente, effettuata tramite il protossido di azoto. Ma di cosa si tratta? E’ davvero efficace, ci sono delle controindicazioni? Scopriamolo.

Protossido di Azoto: Cos’è e come si usa?

Con protossido di azoto si definisce un gas inerte, ovvero non irritante e non tossico. La sua formula chimica è N2O e viene spesso utilizzato in combinazione con l’ossigeno. Il protossido di azoto è quello più comunemente utilizzato nella cosiddetta sedazione cosciente, in cui il paziente resta cosciente durante tutto l’intervento. Il vantaggio, in questo caso, è il fatto che il protossido di azoto agisce sulla percezione del dolore del paziente.

Il paziente, in sé, resta cosciente durante tutto il processo. Restano infatti inalterati i sensi ed i riflessi tutelati (quali il movimento della lingua, la deglutizione o la tosse). Anche la reattività del paziente è inalterata. Quello che varia è invece la soglia del dolore, che viene innalzata. Il paziente, che durante la procedura è quindi più rilassato, percepisce il trascorrere del tempo in maniera differente, più lenta.

Non esiste una dose precisa da somministrare: proprio come con qualsiasi altro sedativo, anche con il protossido di azoto la dose indicata varia a seconda del paziente in questione.

Quando si usa l’anestesia cosciente?

Diverse procedure di odontoiatria vengono ormai effettuate con il protossido di azoto, rendendo più semplice la procedura sia per il dentista che per il paziente. Se da un lato infatti il professionista può lavorare con un paziente più rilassato, dall’altro sarà proprio quest’ultimo a ricordare piacevolmente l’intervento subito. Il vantaggio sarà così registrato da entrambe le parti.

Si parla, per esempio di procedure come la rimozione di ponti o corone, presa di impronte, cementazioni provvisorie oppure definitive con denti vitali. Altresì la sedazione (o anestesia) cosciente può aiutare nel corso di lunghe sedute, courettage, inserimento di matrici, sondaggio parodontale, cura delle carie o perfino di radiografie posteriori.

Eventuali controindicazioni del protossido di azoto

Come per ogni farmaco – o anestetico – anche in questo caso è consigliata la massima attenzione previa l’utilizzo di questo efficace sedativo. Se infatti i pazienti cardiopatici e epilettici possono trarre enormi vantaggi dal protossido di azoto, è altrettanto vero che ci sono delle soglie di attenzione per determinate categorie di pazienti.

Nello specifico, particolare attenzione all’anestesia cosciente devono riservarla: le donne in stato di gravidanza nei primi tre mesi, i tossicodipendenti, i pazienti psicotici o quelli che hanno difficoltà a respirare con il naso, per infiammazioni oppure per malformazioni fisiche. In poche parole se avete il raffreddore è sempre meglio spostare la seduta dal dentista!

E’ invece assolutamente vietato l’uso del protossido di azoto per due categorie di pazienti. Per i pazienti ORL, in primis, dal momento che hanno il timpano ricostruito chirurgicamente. Il protossido di azoto può aumentare la pressione diffondendosi nelle cavità chiuse e, in questo caso, causare la perforazione della membrana.

Non possono avvalersi dell’anestesia cosciente neppure i pazienti oftalmici. Dal momento che quest’ultimi hanno infatti subito operazioni chirurgiche di vitrectomia, in cui sono stati utilizzati gas esafluoroetano C3/F8 perfluoropropano. L’uso del protossido di azoto potrebbe, infatti, provocare il distaccamento irreversibile della retina.

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    2020-07-06T10:02:19+02:00
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